La Val d'Agri, collocata nel cuore del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano-Val D'Agri-Lagonegrese, è una delle aree della regione contraddistinta dalla più alta presenza di prodotti agricoli, di qualità e con una loro riconoscibilità a livello europeo, che si configurano nel patrimonio locale, non come contorno, ma come reale fattore di attrattiva economica e turistica.

 

Numerose e diversificate, le produzioni tipiche: dall’ortofrutta, al lattiero caseario, alle carni e salumi, all’olio, al vino, a cereali, ai funghi, tartufi e castagne.

 

Tra i prodotti agricoli particolarmente pregiati, i fagioli di Sarconi ed il peperone di Senise, dotati del marchio I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta), il particolare olio di Missanello, rinomato per essere ottenuto da olive maiatiche con un tasso di acidità particolarmente basso; tra i formaggi il pecorino di “Canestrato di Moliterno”, il “Casieddu” ed il caciocavallo “podolico”; infine i vini, di antichissima produzione in questa terra, di cui già Plinio scriveva del “Lagarinum” prodotto dai vigneti di Grumentum. Contemporanee testimonianze sono rappresentate nella zona dell’Alta Val d’Agri da due vini a denominazione di origine controllata: il Vino Grottino di Roccanova (Roccanova) e il Vino Terre dell’Alta Val d’Agri (Viggiano, Moliterno e Grumento Nova), il primo commercializzato da 5 aziende, con 6 etichette, il secondo da 3 aziende con 13 etichette.

 

Nell’ambito del Medio Agri e del Camastra Alto Sauro si concentra una buona produzione di carne bovina e gli insediamenti sono ubicati maggiormente nei comuni di Sant’Arcangelo, Corleto Perticara e Guardia Perticara e gli allevamenti sono orientati alla duplice produzione di latte e di carne.

 

Nel comprensorio della Val d’Agri, fino a qualche decennio fa, la tipologia culturale predominante erano cereali e foraggere, con il tempo si è assistito alla progressiva riconversione di molte superfici interessate da cereali, in particolare quelle ricadenti in terreni pianeggianti e più irrigati, a favore di altri investimenti più redditizi, quali l’orticoltura e la frutticoltura. Si pensi alla “Mela dell’Alta Val d’Agri”, i cui sistemi di produzione sono finalizzati a valorizzare la naturale vocazione pedoclimatica delle aree ed i relativi metodi adottati, a basso impatto ambientale, permettendo di ottenere mele dall’elevato livello qualitativo grazie all’ottimale equilibrio vegetativo-produttivo. Secondo gli ultimi dati di Coldiretti, la presenza di produzioni biologiche in Val d’Agri si attesta sul 4% dell’intera superficie agricola utilizzata (SAU), con un numero complessivo aziende bio pari a circa 200 e di produttori agricoli pari a 5.500 (circa il 10% di quelle regionali). Nonostante la persistenza di aspetti di polverizzazione e frammentazione aziendale (buona percentuale delle aziende ha una superficie inferiore ai 2 ha, costituita molto spesso da appezzamenti sparsi), lo sviluppo del settore in quest’area è in grande fermento; il trend favorevole è favorito da due fattori ottimali: le particolari condizioni pedo-climatiche (tipicamente continentale nel periodo invernale e mediterraneo nei mesi estivi) e la vicinanza di un mercato favorevole come quello campano, che assorbe gran parte della produzione.

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